Trinceramento del Migliaretto

Trinceramento del Migliaretto nel 1628

Trinceramento del Migliaretto nel 1633

Trinceramento del Migliaretto nel 1796

Trinceramento del Migliaretto nel 1814

Trinceramento del Migliaretto nel 1866

Descrizione

Anticamente l’area di Migliaretto era caratterizzata dalla presenza dei due conventi estramurali di San Matteo e di Santa Chiara e solo nel 1633 è documentato il primo progetto di un trinceramento composto da due tenaglie e da una cortina di collegamento spezzata sulla mezzeria da una lunetta triangolare. L’intera struttura fu probabilmente riattata nel tracciato alla fine del Seicento in seguito all’intervento dell’ingegnere Du Plessis.
All’epoca degli assedi del 1796-1797 l’opera principale si presentava arricchita di una strada coperta, dotata di piazze d’armi sugli angoli rientranti, e di un’opera avanzata costituita da una mezzaluna sull’asse della cortina, affiancata da due piccoli ridotti laterali con un’ampia strada coperta di collegamento tra la tenaglia e la nuova opera dotata di traverse in terra.
Durante l’epoca francese l’intera struttura fu ulteriormente potenziata dotando tutti i terrapieni di spalti con rampe e piazzole, e realizzando una nuova opera avanzata, costituita da una lunetta munita di ridotto a casermetta e da due opere affiancate a protezione con tracciato irregolare, che assolveva alla necessità di battere la strada arginale proveniente dal forte di Pietole ed era dotata a sua volta di strada coperta a dente di sega con traverse in terra.
Alla fine della seconda dominazione austriaca il trinceramento si presentava ulteriormente implementato e aggiornato: i terrapieni erano stati innalzati e riconfigurati con piazzole d’artiglieria e gli spazi interni riorganizzati e ampliati per potere ospitare le truppe da impiegare nelle sortite sul fronte a sud della città.
Oggi del trinceramento del Migliaretto rimangono solo alcune tracce nei dislivelli e nella geometria del terreno.

Principali vicende storiche

Dopo il sacco del 1630 l’organizzazione e la difesa militare della città furono affidate, per un accordo fra Francia e Impero, a un presidio militare della Repubblica di Venezia che rimase insediato fino al 1663. Per potenziare il sistema difensivo furono completati i lavori di rinforzo già intrapresi dal duca Carlo I Gonzaga Nevers e furono progettate nuove opere come l’opera a corno posta a difesa di Porta Pradella e il trinceramento a due tenaglie del Migliaretto, ricavato a cavaliere delle rovine dei conventi di San Matteo e Santa Chiara.
Lavori di sistemazione al trinceramento sono documentati alla fine del XVII secolo: i francesi, infatti, dopo il ritiro del presidio veneziano, inviarono alcuni loro ingegneri per studiare il sistema difensivo della città, per restaurare e ripristinare le opere esistenti e per realizzarne di nuove. In particolare nell’ultimo decennio del secolo è documentata la presenza dell’ingegnere Du Plessis impegnato nella sistemazione dei trinceramenti del Te e del Migliaretto. Quest’ultimo, nodo di grande importanza strategica per la difesa del fronte sud-orientale della città, tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo, fu oggetto di consistenti interventi di ampliamento e potenziamento: la costruzione di terrapieni, strade coperte ed opere avanzate fu accompagnata da interventi finalizzati alla regolazione delle acque. Il generale francese François de Chasseloup-Laubat, autore del piano generale di difesa che conferì alla fortezza di Mantova il suo definitivo assetto fortificatorio, fece infatti innalzare le chiuse d’allagamento del Migliaretto al fine di ottenere una maggiore profondità d’acqua nei fossati, alimentata dalle chiaviche di Porta Cerese e sostenuta sulla riva del lago Inferiore dalla diga Valsecchi. Infine a coronamento dei trinceramenti del Te e del Migliaretto fu posto il “campo trincerato”, un’ampia area racchiusa da terrapieni e da tre nuovi bastioni perimetrali, spianata perché se ne potessero ricavare terreni agricoli e un campo di Marte, ampia area destinata alle esercitazioni militari.
Per tutto il XIX secolo le opere del Migliaretto, un sistema a linea bastionata con opere addizionali esterne munite di strada coperta, rimasero uno degli elementi fondamentali dell’assetto difensivo del fronte sud-orientale della fortezza. Nel piano per la messa in stato di difesa per l’anno 1866 fu previsto il rafforzamento dei terrapieni di scarpa e controscarpa con sterpaglie e ostacoli vegetali. L’annessione al Regno d’Italia e il progressivo esaurimento del ruolo strategico-militare a lungo riconosciuto e attribuito alla città segnarono la cancellazione anche di queste opere.

  • Classificazione Tipologica
    Trinceramento

  • Progettisti
    Du Plessis
    Ingegneri del genio militare asburgico e francese

  • Ubicazione

  • Stato di conservazione
    Si sono conservati alcuni terrapieni del fronte orientale parallelo al corso del fiume Mincio

  • Proprietà o Ente di riferimento
    Vari

  • Accessibilità
    Percorribili a piedi o in bicicletta

  • Destinazione d’uso attuale
    Argine

  • Principali fonti bibliografiche
    Bonora Previdi, C. (2009)Mantova e le difese imperiali. Architettura e ingegneri militari durante gli anni della prima amministrazione asburgica (1707-1797), «Postumia», 20/1-2.
    Ferrari, D. (1988)Ingegneri militari al servizio dei Gonzaga nel Cinque e Seicento, in Guerre, stati e città. Mantova e l’Italia padana dal secolo XIII al XIX, Atti delle Giornate di Studio in omaggio di Adele Bellù (Mantova, 12-13 dicembre 1986), a cura di C.M. Belfanti, F. Fantini D’Onofrio, Mantova, Gianluigi Arcari Editore, pp. 263-294.
    Ferrari, D. (2000)La città fortificata. Mantova nelle mappe ottocentesche del Kriegsarchiv di Vienna, Modena, Il Bulino.
    Fontana, A. (1989-90)La dismissione delle fortificazioni di Mantova (dal 1870 al 1940), tesi di laurea, relatore M.G. Sandri, correlatore L. Roncai, Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura.
    Lodi, G. (1877)Mantova e le guerre memorabili nella valle del Po, considerazioni storiche e militari, Bologna, Zanichelli.
    Rondelli, F. (2007)L’architettura militare sul territorio virgiliano: il forte di Pietole nell’epoca francese, in Virgilio ombra gentil. Luoghi Memorie Documenti, a cura di C. Togliani, Mantova, Editoriale Sometti, pp. 231-242.