Batteria Belgioioso

 

La batteria Belgioioso al termine della sua costruzione nel 1866

Descrizione

La costruzione dell’opera denominata batteria Belgioioso fa parte degli interventi di messa in stato di difesa della città di Mantova in preparazione della campagna del 1866. L’ubicazione dell’opera in posizione intermedia tra la lunetta di Belfiore e la lunetta di Pompilio evidenzia la scelta di voler potenziare ulteriormente le difese del fronte ovest della città. Con la costruzione di questa batteria si veniva infatti a formare una seconda cerchia distaccata (composta dalle due lunette di Belfiore e Pompilio e centralmente dalla batteria di Belgioioso) a protezione dell’opera di Pradella la quale consentiva poi l’accesso diretto alla città.
In questa prospettiva occorre ricordare che, sul fronte ovest, la cintura d’acqua dell’inondazione difensiva del Paiolo aveva un’ampiezza limitata a circa 700 metri e non si dimostrava più sufficiente per riparare la città dal fuoco delle nuove artiglierie a canna rigata. Per questa ragione occorreva integrare e potenziare le opere difensive affinché mantenessero le artiglierie nemiche ad una distanza che garantisse la sicurezza del nucleo urbano. Infine, nell’orientamento dato alla batteria, leggermente ruotato verso nord, si può forse riconoscere la necessità di presidiare la strada proveniente da Montanara quindi da Parma.
Dal punto di vista compositivo l’opera si contraddistingue per un’impostazione che richiama i caratteri delle opere campali; realizzata interamente in terra essa segue un tracciato poligonale con la cinta aperta verso la piazza. Il recinto difensivo di impianto simmetrico è composto da due facce e due fianchi formati da rilevati sagomati secondo il naturale angolo di pendio del terreno, il fronte di gola leggermente tenagliato è invece chiuso da una semplice palizzata. Al centro della gola la palizzata si apre per formare un piccolo tamburo difensivo in grado di presidiare i vicini accessi all’opera. La piazza d’armi interna, di dimensioni ridotte, è dotata di due ricoveri blindati e di due polveriere sostenute da strutture in legno e ricoperte di terra in modo da essere riparate dai colpi nemici. Dall’interno della piazza d’armi è possibile raggiungere, attraverso una galleria in struttura lignea che attraversa i terrapieni, una caponiera poligonale costruita interamente in legno e ricoperta di terra. Quest’ultima, dotata di feritoie per l’artiglieria, doveva assicurare la difesa di tutto il fossato secco antistante le due facce della cinta. A circa mezza altezza del pendio esterno del terrapieno i disegni progettuali evidenziano una banchina che doveva presumibilmente avere la funzione di camminamento non riparato accessibile dalla piazza d’armi. All’esterno dei terrapieni non vi erano poi ulteriori livelli difensivi oltre al fossato perimetrale punteggiato da bocche di lupo.
Come si evince dall’essenzialità dell’impianto tipologico l’opera si configura come una base strettamente funzionale alla disposizione dell’artiglieria offensiva la quale poteva essere schierata sulle 17 piazzuole ricavate sui terrapieni al cui servizio vi erano ben 12 riservette per la custodia delle cariche di lancio. La difesa ravvicinata dell’opera contro gli attacchi nemici risultava per contro limitata alla caponiera frontale e al tamburo di gola, entrambi i quali potevano ospitare 4 pezzi d’artiglieria.

Principali vicende storiche

La costruzione della batteria di Belgioioso si colloca presumibilmente nell’anno 1866, all’alba delle operazioni belliche legate alla Terza Guerra d’Indipendenza quando l’Austria provvide ad aggiornare il parco delle artiglierie delle fortezze del Quadrilatero da cui derivò l’esigenza di realizzare nuove postazioni in cui disporle. La scelta tipologica mostra alcune analogie con opere coeve realizzate a Verona da Andreas Tunkler (forti Ca’ Vecchia e Ca’ Bellina) le quali furono progettate con caratteristiche tali da essere costruite in pochi mesi. Allo stesso modo si presume possa essere avvenuto per la batteria Belgioioso che risulta ulteriormente semplificata rispetto agli esempi citati.
Da quanto si può supporre la costruzione dell’opera potrebbe avere richiesto circa tre mesi di tempo al termine dei quali essa si mostrava pronta ad accogliere le artiglierie ed entrare in stato di difesa.
Nello stesso anno della costruzione si registra il passaggio di Mantova al Regno d’Italia con la conseguente perdita dell’importanza strategica della città. Il percorso presto avviato dalle amministrazioni comunali per ottenere l’affrancamento dai limiti imposti dalle servitù militari riguardò fin da subito la batteria Belgioioso che si voleva demolire tanto per consentire l’espansione della città quanto per ricavarne inerti con cui bonificare i circostanti terreni paludosi.
Nel 1910 e 1911 furono rimossi definitivamente gli obblighi di servitù e già nel 1912 si registrò la cessione dei terreni su cui sorgeva la batteria all’Amministrazione Ospitaliera per la costruzione dell’ospedale civile.

Osservazioni

La batteria di Belgioioso è forse l’unica opera permanente della cinta magistrale di Mantova avente le caratteristiche proprie dell’opera campale. Ciò trova conferma nel fatto che per la costruzione della batteria fu evitato completamente l’impiego della muratura a favore del legno che costituiva l’armatura di tutte le strutture dai ridotti, alla galleria alla caponiera. L’impiego del legname fu preferito con ogni probabilità per questioni di rapidità di esecuzione dato il facile reperimento e la consolidata pratica di assemblaggio da parte delle maestranze.
L’impronta tipologica dell’opera appare chiaramente ispirata alle realizzazioni di Andreas Tunkler il quale ebbe il merito di conciliare l’efficienza difensiva dei tracciati delle opere permanenti con la pratica costruttiva semplificata delle opere campali.
Si può supporre che questo fortilizio abbia avuto la vita più breve tra tutte le opere della cinta cittadina giacché dalla costruzione allo spianamento passarono poco più di 40 anni.

  • Classificazione Tipologica
    Batteria in terra
  • Progettisti
    Joseph von Leard
    Justus Dall’Agata
  • Ubicazione
    Viale Belgioioso
    GPS: N 45.1516, E 10.7716
  • Stato di conservazione
    Non più esistente
  • Proprietà o Ente di riferimento
  • Accessibilità
  • Destinazione d’uso attuale
  • Principali fonti bibliografiche
    Bonora, C. (1999)Le difese militari, in Mantova e il suo territorio, a cura di G. Rumi, G. Mezzanotte, A. Cova, Milano, Cariplo, pp. 213-247.
    Ferrari, D. (2000)La città fortificata. Mantova nelle mappe ottocentesche del Kriegsarchiv di Vienna, Modena, Il Bulino, p. 170.
    Jacobacci, V. (1980)La piazzaforte di Verona sotto la dominazione austriaca 1814-1866, Verona, Artegrafica, pp. 76-114.