Jacques Robert von Spallard (o Spalart)

(? – Vienna 4 settembre 1769)

Ufficiale nel corpo degli ingegneri imperiali. Poco si conosce della sua formazione. Nel 1749, dopo la morte del barone de Baut, fu nominato comandante della Brigata dei Paesi Bassi del K.K. Ingenieur- Corps, incarico che mantenne fino all’agosto del 1755. Già invitato ad esprimere un proprio giudizio sul progetto della chiusa e del sostegno di Governolo, nel dicembre 1761, nell’ambito del dibattito riguardante il potenziamento delle fortezze lombarde, egli espose alcune sue prime considerazioni anche sulle difese della fortezza di Mantova, dettagliatamente illustrate poi nel resoconto organico presentato nel gennaio del 1763, in cui mise a punto i lineamenti per un nuovo piano di potenziamento della fortezza. Pur riprendendo principi generali già espressi nel piano elaborato da Nicolò Baschiera ed approvato dal Consiglio Aulico di Guerra, il FML riconsiderava modalità e caratteri dello sfruttamento degli elementi naturali come chiave dell’intero sistema difensivo. Secondo Spalart la fortezza di Mantova, proprio per la particolare conformazione geografica che la caratterizzava, era già sostanzialmente forte e necessitava unicamente di interventi che consentissero un opportuno ed adeguato sfruttamento della favorevole situazione naturale.
Di Spalart ad oggi sono documentati anche progetti per il potenziamento delle fortezze di Königgrätz e di Pizzighettone.
Nel 1764 con il grado di FML fu chiamato alla direzione delle fortificazioni in Lombardia; gravemente malato di epilessia, giunse però a Milano solo nel giugno del 1766 e già nel 1768, a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute chiese di poter fare ritorno a Vienna. Congedatosi nel 1769 morì a Vienna il 4 settembre dello stesso anno lasciando la moglie e un figlio dell’età di cinque anni.

[c.b.p]

Principali fonti bibliografiche

Bonora Previdi, C. (2009)Mantova e le difese imperiali. Architettura e ingegneri militari durante gli anni della prima amministrazione asburgica (1707-1797), «Postumia», 20/1-2, pp. 65; 145-149.