Bernardino Facciotto
(Casale Monferrato 1540 – 1598)
Ingegnere militare, architetto e trattatista Bernardino Imenerio Facciotto nacque a Casale Monferrato, già feudo dei Paleologo e possedimento gonzaghesco dal 1559 in seguito agli accordi del trattato di Cateau Cambrésis, probabilmente intorno al 1540. Nella letteratura è stato spesso confuso con Gerolamo o Girolamo Imenerio Facciotto, suo figlio e fratello di Giovan Domenico.
Allievo dell’ingegnere militare Francesco Paciotto, a partire dal 1564 collaborò alla realizzazione della cittadella di Torino e dal 1567 lavorò certamente nelle Fiandre alla costruzione della cittadella di Anversa, sotto il governo di Fernando Alvarez de Toledo duca d’Alba, assumendone, tra il 1568 e il 1569, la direzione dei lavori in sostituzione di Paciotto rientrato a Torino.
Nel 1570 scrisse la Nova maniera de fortificacione… opera affine ad un manuale di pratica edilizia più che un trattato di teoria architettonica. Entrò in contatto con i Gonzaga intorno al 1576, quando il governatore di Casale Monferrato, il conte Teodoro di Sangiorgio, per ordine del duca di Mantova Guglielmo I, richiese il suo intervento per la costruzione della pentagonale cittadella di Alba, città che rientrava nel piano di risistemazione militare dell’intero Monferrato.
Nell’ottobre del 1580 giunse a Mantova con l’impegnativa mansione di pianificare il riassetto di Palazzo Ducale. Entro la fine dello stesso anno egli progettò il cortile delle Otto Facce, con la contigua sala a triangolo, l’esedra tra il Palazzo Ducale e il Duomo, e la ristrutturazione del Prato di Castello (attuale piazza Castello). L’anno successivo Bernardino fornì il progetto per le fontane del giardino pensile e del cortile delle Otto Facce; tra il luglio e l’ottobre del 1581 fu impegnato nella sistemazione di piazza Santa Barbara e fornì i progetti per una loggia nel giardino del Padiglione e per le stanze del Gioco del Pallone. L’attività di Bernardino proseguì nel 1582 con la realizzazione, sempre in Palazzo Ducale, della loggia dello Specchio e con i lavori di ristrutturazione delle residenze gonzaghesche di Motteggiana e di Luzzara; fece un disegno per opere di difesa idraulica a Casale e per conto di Giacomo Critonio, giovane intellettuale scozzese approdato alla corte dei Gonzaga nell’autunno 1580, stese un progetto per le fortificazioni della zona del Te. Nel 1583 lavorò al palazzo di Gazzuolo e dal 1584 fu impegnato nei progetti di ammodernamento delle difese di Goito e della rocca. Poco prima, probabilmente tra il 1582 e il 1583, aveva redatto i progetti di un cortile per giostre in Corte Vecchia al Palazzo Ducale di Mantova.
Nell’autunno del 1585, forse insoddisfatto dalle opportunità lavorative che gli venivano offerte o richieste a Mantova, chiese al duca di essere inviato nel Monferrato come soprintendente ai lavori di bonifica. Tra il gennaio e il febbraio 1587 egli era però ancora a Mantova a fianco di Pompeo Pedemonte impegnato nella costruzione della canonica di Santa Barbara. Verso la fine di gennaio sembrava imminente la sua partenza per il Monferrato, ma tra maggio e giugno dello stesso anno le fonti lo vedono impegnato a Cavriana dove i Gonzaga possedevano una importante rocca. Morto Guglielmo e salito al potere Vincenzo, Bernardino fornì gli studi e i progetti per il mausoleo gonzaghesco in San Francesco sperimentando un’ampia gamma di soluzioni tipologiche. Nel 1588 si è ritenuto che fosse impegnato nel cantiere della ricostruzione della chiesa di Castel Goffredo, avviato in seguito al crollo della cupola. Recenti ricerche inducono però a ritenere più probabile il coinvolgimento in quest’opera del figlio Girolamo Imenerio, pur dovendo rilevare che il trasferimento a Casale di Bernardino avvenne solo nel 1590, in concomitanza dell’inizio dei lavori alla cittadella ideata da Germanico Savorgnan, autorevole rappresentante di una famiglia di ingegneri militari. Tra il 1591 e il 1592 Bernardino tornò più volte a Mantova: risulta nella capitale del ducato nel dicembre del 1591 e poi ancora nel luglio dell’anno successivo. All’inizio del settembre 1591 inviò al duca il progetto per la ristrutturazione del porto di Varigotti, sbocco al mare del Monferrato, allora controllato dagli spagnoli. In questo periodo egli era comunque stabilmente impegnato alle fortificazioni del Monferrato e nel 1594, quando Savorgnan dovette abbandonare il cantiere della cittadella, Bernardino ne assunse la direzione in collaborazione con almeno uno dei due figli. Morì a Casale nel 1598.
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